Shozo Shimamoto

Shozo Shimamoto è nato nel 1928, ad Osaka, in Giappone. Considerato uno degli artisti più innovatori del secondo dopoguerra, alla fine degli anni ‘50 fonda con Jiro Yoshihara il gruppo artistico e radicale Gutai, il primo del Giappone. Nato contemporaneamente all’arte informale in Europa e America, il gruppo cerca di rinnovare la l’arte tradizionale del Giappone.

La tela non è solo un supporto, bensì la trasposizione materiale dei gesti dell’artista, che trasforma in azione l’opera, esattamente come avviene nell’action painting. Gli Ana (Buchi), risalenti agli anni ‘40, sono le sue prime sperimentazioni artistiche: fogli di carta coperti da uno strato di colore bianco, su cui l’artista strofina il proprio corpo creando degli squarci.

Il gruppo Gutai, Movimento d’Arte Concreta, nasce nel 1954, mentre la sua prima apparizione ufficiale avviene l’anno successivo, nella pineta di Ashiya. In questa occasione Shimamoto dipinge una lamiera da un lato bianco e dall’altro blu, e, dopo avere creato dei piccoli buchi, riproduce al buio l’effetto del cielo stellato utilizzando una lampada.

Successivamente realizza Cannon Work, in cui un piccolo cannone spara il colore sulla tela, quest’opera rappresenta l’inizio di un percorso verso la liberazione casuale dell’espressività della materia. Poco dopo sperimenta il bottle crash, in cui bottiglie piene di colore vengono lanciate sulla tela. Nel 1957 allestisce la sua prima esposizione, Arte Gutai sulla scena, al Center Sankei di Osaka, mostrando i suoi lavori video e sonori.

In questi anni arrivano le prime mostre all’estero, Shimamoto espone allo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Musée cantonal des Beaux Arts di Losanna.

La morte di Yoshihara, nel ‘72, segna la fine del Gutai e Shimamoto si concentra sulla Mail Art, sperimentazione d’avanguardia che prevede l’invio per posta di cartoline, lettere e buste, manipolati fino a diventare opere d’arte. Shimamoto ne crea una sua versione personale, in cui la sua testa rasata dell’artista diventa la tela su cui dipingere, scrivere o mettere oggetti. Nel 1987 partecipa ad una celebrazione per il centenario della nascita di Duchamp, organizzata dal Museo di Dallas: proietta sulla sua testa messaggi di pace e parti di film. Negli anni ‘90 utilizza nuovamente la tecnica del Bottle Crash, tenendo diverse performances in Europa e America.

Nel 1998 in occasione di un’esposizione al MOCA di Los Angeles viene nominato uno dei quattro più importanti artisti del dopoguerra assieme a Jackson Pollock, Lucio Fontana e John Cage, mentre l’anno successivo espone alla Biennale di Venezia con David Bowes e Yoko Ono.

Nel 2004 anticipa la Biennale di Venezia del 2005, attraverso una performance in elicottero. Nel maggio 2006 la Fondazione Morra di Napoli organizza una mostra antologica, intitolata Shozo Shimamoto. Opere anni ’50-’90, inaugurata da una performance in Piazza Dante: mentre viene sollevato da una gru, lancia una sfera piena colore su una tela, accompagnato al pianoforte da Charlemagne Palestine.

Le sue opere sono esposte in moltissimi musei Giapponesi, ma anche alla Tate Gallery, al Centre Pompidou, alla Galleria d’arte moderna di Roma. Muore ad Osaka nel 2013.

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Biografia di Shozo Shimamoto