Hans Hartung
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Biografia
Nato a Lipsia in Germania, nel 1904, Hans Hartung, esponente francese di origini tedesche fra i massimi europei nel campo dell’astrattismo, frequenta l’Akademie der Bildenden Künste di Lipsia e poi di Dresda per poi completare gli studi a Monaco con il pittore Max Doerner.
Hans Hartung e l’espressionismo astratto
A Parigi negli anni Trenta una delle sue prime influenze furono le opere di W. Kandinsky, poi Alexander Calder, Joan Miró e Piet Mondrian arrivando a creare opere astratte profondamente singolari.
Nel 1928, a Parigi, conosce la giovane artista norvegese Anna-Eva Bergman a Parigi, che diventa sua moglie nel 1929.
Nel 1931 tiene la sua prima esposizione a Dresda. Squattrinato e malato passa i successivi 3 anni a Minorca. Poi ritorna in Germania ma aborrendo il nazismo si stabilisce a Parigi nel 1935 dove diviene cittadino francese nel 1946.
Nel frattempo, durante la Seconda guerra mondiale prende servizio con la Legione straniera francese in nord Africa e in Alsazia finendo poi in un campo di concentramento spagnolo dal quale si libera solo grazie agli americani.
La ripresa artistica dopo la guerra
Inattivo dal punto di vista artistico per sei anni riprende l’attività con numerose collettive e opere con ampie fasce di colore, con strisce e segni calligrafici.
La sua prima personale è del 1947 alla Galeria Lydia Conti di Parigi seguita da altre mostre in Europa, negli Stati Uniti, in Giappone e in America Latina.
Il suo stile trasferisce il dolore e gli incubi dell’artista in una pittura astratta e lirica.
Hartung e il “tachisme” francese
Copre i suoi supporti di vortici e striature, grandi masse scure disegnate a olio, a pastello o con l’inchiostro a china.
Secondo Hartung solo il “tachisme” può trasmettere la disperazione degli orrori della guerra. Nel 1960 gli viene conferito il Gran Premio della Biennale di Venezia. In questi anni il pittore comincia ad utilizzare l’acrilico su formati di grandi dimensioni, di volta in volta graffiati, raschiati e colpiti da tocchi rapidi.
Il tachisme francese praticato nel dopoguerra e negli anni Cinquanta fu l’equivalente americano dell’action painting, contraddistinto da gesti spontanei e intuitivi dell’artista. A sua volta faceva parte di un movimento più ampio, quello dell’arte informale, alla ricerca di una forma espressiva autentica (espressionismo astratto). I tachisti francesi erano tuttavia più eleganti e lirici dei colleghi americani oltreoceano quali de Kooning e Pollock.
Hans Hartung “stigmatizza” la sua pittura con un pettine, una scopa o dei rami. Nella sua opera, si sforza di fissare il dinamismo e la costanza delle forze creatrici di luce, spirito e materia.
Nel 1986 comincia a creare una serie di opere cromaticamente molto vivaci, realizzate con colate e sgocciolature su carta da imballaggio.
Negli ultimi tre anni della sua vita, rinnova ancora il suo linguaggio espressivo, così da poter offrire un ultimo periodo di creazione a sé stesso e agli altri.
Sua moglie muore nel 1987, due anni più tardi l’artista si spegne ad Antibes, nel 1989.
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